Storia

TUTTO HA INIZIO NEL LONTANO 1927

Nel 1927 Settimo Vannelli, il nonno di Andrea, arrivato a Torino da Altopascio, individua nella vecchia fiaschetteria di via Santa Croce 2, a pochi passi da piazza Carlina, il luogo adatto per aprire una nuova attività nel campo della ristorazione, congeniale a tanti suoi concittadini che avevano lasciato quella zona della Toscana in cerca di fortuna. Nel 1921 intanto aveva sposato la conterranea Annunziata Marchetti, da cui nasceranno Enzo, Fosca e i gemelli Gilberto e Franca, man mano che cresceranno aiuti indispensabili per mandare avanti l’attività di famiglia.
> Piazza Carlina diventa l’epicentro del mondo dei Vannelli: lì c’è il mercato, in cui la mattina Settimo va a far spesa di frutta e verdura, mentre per i formaggi si spinge in una bottega di via Po. Il vino rosso di tutti i giorni, cioè Barbera e Freisa, proviene da Superga e dintorni, mentre il Chianti arriva dalla Toscana. Il salame e il prosciutto cotto sono di Cocconato, cioè delle prime propaggini del Monferrato. Per la carne, ci si arrangia un po’ come capita. Purché sia salvaguardata la qualità.

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1958: IL GRANDE TRASLOCO

Il Gatto Nero di via Santa Croce va a gonfie vele, la clientela è numerosa e di qualità. E, soprattutto, in continua crescita. Trent’anni dopo l’apertura, ci si rende conto che i vecchi locali sono diventati insufficienti. I Vannelli individuano allora nell’ampio piano terreno di un palazzo in costruzione in corso Turati il luogo adatto per spostare l’attività, dove però sarebbero stati preservati i quattro elementi che avrebbero potuto far respirare l’aria della tradizione: il vecchio bancone, l’uso del mattone a vista, il camino in fondo alla sala e la forma caratteristica della stessa, lunga e un po’ irregolare. L’architettura degli interni è di Pietro Derossi, il nuovo marchio, con il gattino stilizzato, è frutto della fantasia di Armando Testa.
> L’investimento è importante, nel nuovo locale lavorano 21 persone. Nel giorno dell’inaugurazione, avvenuta il 13 marzo 1958, tra i tanti clienti invitati, c’era anche un giovane Umberto Agnelli intento a tagliare il prosciutto crudo con il coltello.

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DAGLI ANNI '80 AI GIORNI NOSTRI

Negli ultimi trent’anni il Gatto Nero, il più antico locale di Torino sempre in mano alla stessa famiglia, è andato avanti nel solco della tradizione, tenendo però in grande considerazione il nuovo che intanto avanzava. Perché quello che più conta qui è la sostanza, più che la forma e le mode. Da qualche anno al timone c’è Andrea Vannelli, figlio di Gilberto e nipote di Settimo. Grazie a lui è stato dato un grosso impulso alla cantina, considerata dai critici enogastronomici una delle migliori d’Italia.
> Tutto cambia al Gatto Nero, ma in realtà nulla cambia. In corso Turati si continuano ad offrire porzioni abbondanti di cose buone fatte con il massimo impegno e con le migliori materie prime a disposizione. Rimettendo però ogni giorno in discussione i propri piatti, per essere sempre al passo con i tempi. Anche se alcune specialità, come la mitica insalatina di pesce dalla ricetta segreta, vengono proposte in maniera quasi immutabile e con grande successo da decenni.

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Maurizio Ternavasio

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