Non penso che al Gatto Nero esistano piatti senza una precisa identità.
Io perlomeno non li ho mai trovati.
L'identità stà nella natura stessa delle cose e delle persone, di "quel camerierino" alla Concato, di quelle atmosfere e riti ripetitivi e sempre nuovi che solo il susseguirsi di generazioni sanno riproporre ed al contempo creare. Così è nei piatti dei quali la memoria non è mai stanca, vestiti di semplicità, avvolti di gusto, latori di quelle sensazioni primarie che inondano papille e pensieri senza filtri di codifiche, cerebralità, filosofie.
Queste ci sono ma sono altrove e fortunatamente alcune anche foriere di interessanti letture.
Altrove appunto ma non qui dove l'abbraccio è quello materno il solido passo quello del padre, la pazienza quella dei nonni. Metafora? no solo personale sensazione che ad ogni volta rinnova la curiosità del consueto da riscoprire al nuovo, puntuale alzarsi dell'asticella quando, già ai saluti finali, se ne riprogetta un presto ritorno.
Piermichele Gamba